Insegnare l’informatica come disciplina
Per troppo tempo, nei programmi nazionali l’informatica è stata considerata come una competenza pratica, ridotta al solo apprendimento dei suoi utilizzi. Certo non tutti gli studenti aspirano a diventare informatici, ma è essenziale per tutti acquisire una comprensione dei meccanismi e degli obiettivi per essere in grado di appropriarsi del mondo digitale piuttosto che subirlo. L’informatica dovrebbe essere insegnata come una disciplina a sé stante, per offrire agli studenti la capacità di comprendere e adattarsi alle diverse situazioni che incontreranno nella loro vita e nella professione. Solo il software libero lo consente, proprio perché è aperto può essere studiato, modificato e condiviso.
Accedere al codice sorgente per capire
Il software libero e i formati aperti hanno il loro posto nell’istruzione perché non hanno come scopo quello di favorire alcun particolare fornitore di soluzioni proprietarie. Con la scusa di preparare gli studenti al software che incontreranno nella loro vita professionale, le pratiche attuali rafforzano i monopoli e persistono in un approccio all’informatica incentrato esclusivamente sulla trasmissione di ricette già pronte piuttosto che sull’acquisizione di autonomia. I programmi di produttività per l’ufficio non sono l’unico sistema informatico che si incontra nell’ambito professionale e tutti dovranno adattarsi ai cambiamenti tecnologici durante la loro carriera.
Condividere risorse educative
L’utilizzo di formati aperti e la pubblicazione di risorse didattiche con una licenza libera consente di condividerle e migliorarle, e contribuisce allo sviluppo di un’istruzione più etica. Poiché il software libero può essere distribuito senza restrizioni, gli insegnanti possono trovare più risorse per creare i propri materiali didattici. È il lavoro che è stato fatto, in modo esemplare, con il quaderno degli esercizi Sésamath, frutto di un lavoro collaborativo di insegnanti di matematica e pubblicato sotto licenza libera.